Portare le immagini smarrite

Mentre altra gente consumava come vestiti
gli esseri umani e i loro giorni
io mi dedicavo a portare le immagini smarrite
a coloro che pensavano che ne fossi capace;
non ha funzionato né per loro né per me;
ma tutti insieme eravamo e più vicini
(o almeno così si credeva) a tutta quella confusione
che se l’avessimmo perduta ognuno per conto suo.

(P. Larkin, Condoglianze in bianco maggiore)

Il tuo più tenue sguardo

Il tuo più tenue sguardo
facilmente
mi aprirà
benché abbia chiuso me stesso,
come dita sempre mi apri
petalo per petalo
come la primavera fa
toccando accortamente
misteriosamente
la sua prima rosa
e io non so
quello che c’è in te
che chiude e apre:
solo qualcosa in me
comprende
che è più profonda
la voce dei tuoi occhi
di tutte le rose.
Nessuno
neanche la pioggia
ha così piccole mani.

(Edward Estlin Cummings)

cummings

Ma ci ricorderemo…


in fondo si stava su questo pianeta solamente…

ma il ritmo
galattico binario di due corpi amorosi
per pura contraddizione
di lunghezze d’onda pure similari
porta alla collisione, all’infinito divario:

cerchiamo,
mia sfinita compagna d’ogni notte, tentiamo
almeno di resistere

“Fa’, mia vita, che non ti ricordi più”
“Ma ci ricorderemo, ci ricorderemo di questo pianeta”

(A. Bevilacqua, Piccole questioni di eternità, Einaudi, Torino 2002)

I frutti celesti

Vegetazione dell’aria, o di altri mondi,
la tenerezza e l’amore, frutti celesti,
non c’è raccolto più abbandonate di questo.

Non le persone, il nutrimento, da sé,
impone la gratitudine.
Il labirinto di dolore
dà il senso dell’intero come l’amore,
è così difficile lasciarlo!

Eguagliare la natura, essere
uguagliati da essa.
Non c’è migliore augurio,
più alto valore.

(Cesare Viviani, Credere all’invisibile, Einaudi, Torino 2009)

Irma Brandeis

“Senza che nessuna indiscrezione l’avesse sollecitata, ricevetti un giorno la visita di colei che seguiterò a chiamare Clizia. L’ammirazione per questa persona di eccezionale valore umano, di squillante intelligenza e di ilare, nonostante tutto, umorismo è stata immediata. Clizia era ben degna di essere Clizia…” (G. Contini, Eugenio Montale: immagini di una vita, Mondadori)

Irma Brandeis

“Mezzodì: allunga nel riquadro il nespolo
l’ombra nera, s’ostina in cielo un sole
freddoloso; e l’altre ombre che scantonano
nel vicolo non sanno che sei qui”.

 

Ed ero io

Perchè tu hai capovolto
i misteri. E i tuoi enigmi,
ciò che mai potrai capire,
sono le cose più chiare:
la sabbia dove ti stendi,
il battito del tuo orologio
e il tenero corpo rosato
che nel tuo specchio ritrovi
ogni giorno al risveglio,
ed è il tuo. I prodigi
che sono già decifrati.

E mai ti sei sbagliata,
solo una volta, una notte,
che t’invaghisti di un’ombra
– l’unica che ti è piaciuta –
Un’ombra pareva.
E volesti abbracciarla.
Ed ero io.
(P. Salinas, La voce a te dovuta, I)

Mentre ti sto a guardare

E passiamo la notte
tranquilli, distratti
dalla tua immensa bellezza.
Come se tu non la portassi
indosso, fatalmente, senza requie.
Come se non la stessero aspettando
le bianche superfici di un letto,
o le anime – più bianche – di quegli angeli
dove sei solita dormire a volte,
mentre dal mondo io, sveglio, ti sto a guardare.
(P. Salinas, Coppia, spettro)