Irma Brandeis

“Senza che nessuna indiscrezione l’avesse sollecitata, ricevetti un giorno la visita di colei che seguiterò a chiamare Clizia. L’ammirazione per questa persona di eccezionale valore umano, di squillante intelligenza e di ilare, nonostante tutto, umorismo è stata immediata. Clizia era ben degna di essere Clizia…” (G. Contini, Eugenio Montale: immagini di una vita, Mondadori)

Irma Brandeis

“Mezzodì: allunga nel riquadro il nespolo
l’ombra nera, s’ostina in cielo un sole
freddoloso; e l’altre ombre che scantonano
nel vicolo non sanno che sei qui”.

 

Porre in bella copia

“Porre in bella copia la Materia / mettere al loro posto le cose prive di ordine degli uomini / perché non capivano a che servivano / sistemare, come una brava padrona di casa della Realtà, / le tende alle finestre della Sensazione / e gli zerbini  alle porte della Percezione / spazzare le stanze dell’osservazione / e togliere la polvere dalle idee semplici… / Ecco la mia vita, verso per verso.” (F. Pessoa, Porre in bella copia)

Pessoa

Non so

“Io penso che il tuo modo di sorridere / è più dolce del sole / su questo vaso di fiori / già un poco / appassiti -/ penso che forse è buono che cadano da me tutti gli alberi -/ ch’io sia un piazzale deserto / alla tua voce – che forse / disegna i viali / per il nuovo / giardino”. (A. Pozzi, Non so)

094-Pozzi Antonia, Alpi Ossolane, 1937mini

Una semplice ricetta…

Come riconoscere un libro destinato a durare, a conservare nel tempo la propria voce? Il modo a cui mi attengo è semplice. Se dopo la lettura di alcune pagine, levato lo sguardo, la realtà si organizza nel giro dei periodi appena letti, non è solo il piacere del testo che si prolunga, ma anche la spia che la scrittura ha un’intrinseca qualità. Ogni grande libro è una forma di organizzazione – un’illusione forse – del caos che abbraccia le nostre vite. Pensare con il ritmo delle frasi di un autore è un’emozione intensa, un passarsi una sorta di testimone, per cui – chiuso il libro – la lettura si muta in un liquido sottile che entra negli interstizi del reale. Prima ancora del contenuto, è questa “musica” a riscattarci dalla finitezza e da mille altre cose che hanno a che fare con la solitudine.

Libro

E credo nella scrittura

Sandor Marai

“Credo nell’amore e nella mutevolezza della fortuna. E credo nella scrittura, perché la scrittura ha potere sul destino e sul tempo. Nulla di ciò che fai, desideri, ami e dici è destinato a durare. Passano le donne, tramontano gli amori. Sfumano le emozioni, e la polvere del tempo ricopre le tracce delle azioni compiute. Ma la scrittura rimane”

(Sandor Marai)

Il libro che abiterei…

Se il libro è un paesaggio, una città, un reticolo di gallerie sotterranee, quello che abiterei è, senz’ombra di dubbio, l’Orlando furioso. Lo lessi tanti anni fa per un esame universitario, integralmente. e lo leggo ancora. Lo acquistai in una libreria accanto a Piazzale Cadorna e ancora oggi rivedo nitidamente lo scaffale, la proprietaria che mi porse il libro, risento lo scatto della cassa e avverto il peso nella borsa del cofanetto arancione con il profilo di Ludovico Ariosto. I libri, si sa, impregnano i nostri sensi, si fanno memoria epidermica, arrestano il tempo in isole verso le quali è possibile ogni volta partire. Perché amo così tanto questo poema? Perché nel suo labirinto posso vivere molteplici vite, abitare spazi diversi, sentirmi proteiforme e per questo, in qualche modo misterioso, sconfiggere ogni fine…

Orlando furioso